Ma come, cibo esotico la caponata? Avete ragione, in
questa mia rivisitazione i sapori rimangono quelli tradizionali siciliani ma la
denominazione “cinese” ha un suo fondamento: questa che propongo è una versione
più croccante dovuta alla speciale cottura che si ottiene con la pentola
utilizzata, il tradizionale “Wok” della cucina cinese. In questo caso è
importante un fuoco molto vivace, una cottura
rapida e prepararla in piccola quantità per volta.
Per 6 brave
persone:
5 belle e buone melanzane, 300 gr. di sedano, 2 grosse
cipolle, 4-5 cucchiai di concentrato di pomodoro, una manciata di basilico, 6-7
cl. di aceto bianco, 60 gr. di olive verdi, 60 gr. di capperi, 30 gr. di
pinoli, 60 gr. d’uva sultanina, 35 gr. di zucchero, 150 gr d’olio extra vergine
d’oliva, sale e pepe.
Per queste dosi avete bisogno di preparare la caponata in
tre-quattro volte distinte perchè nel Wok bisogna cuocere poche quantità di
alimenti per volta e sempre a fuoco molto alto. Quindi cucinatene un terzo, poi
un’altro e un’altro ancora scolando ogni volta dall’olio, non dovreste comunque
metterci molto tempo perchè è una cottura rapida.
Tagliate le melanzane a fette alte un dito, salatele con
sale grosso, fatele spurgare per un’oretta sotto un peso sì che perdano gli
umori amari. Quindi sciacquarle ed asciugarle, tagliatele a dadi, friggetele in
abbondante olio ben caldo... <Mannaggia, dicono sempre così, ma cosa
significa olio ben caldo?>
<Come cribbio faccio a sapere>, vi chiederete voi,
<se l’olio è ben caldo proprio alla giusta temperatura?>
Se è troppo caldo brucia tutto in un attimo. Se ancora
freddo viene assorbito come da una spugna assetata.
Un’amica, Chiara, assoluta inesperta di cucina, molti anni
fa volle preparare quelle “Nuvole di gamberi” cinesi congelate.
Seguì alla lettera le istruzioni che dicevano:
<...scaldare l’olio sino a che sia bollente...>
Incominciò a scaldare l’olio sul fuoco. Dopo dieci minuti
ancora non “bolliva” come l’acqua, lei pensava dovesse fare così. Alza il
fuoco, altri dieci minuti, oramai dal tegame sale spesso fumo scuro ma nessuna
“bolla”.
Mmmmh, curioso... altri dieci minuti di fuoco sempre più
ardente, ormai la cucina è piena di fumo, lei stufa dell’attesa decide di
versarvi i gamberi anche se l’olio non stava ancora “bollendo”.
L’olio sarà stato ad oltre mille gradi, in un istante i
gamberi sono già carbonizzati, il tegame prende fuoco, il fumo rende l’aria
irrespirabile, non c’è un secondo da perdere.
Chiara per spegnere il fuoco del tegame vi versa una pentola
d’acqua... avete... idea... di...
quello... che... succede... in... un...
caso... come... questo...?
Il tegame “esplode”,
migliaia di goccioline d’olio in fiamme innondano pareti e soffitto, la
cucina inizia a prender fuoco...
Chiara ne uscì illesa (è anche per questo che continuo a
pensare che sia una delle storie reali più comiche che conosca).
Ecco invece un sistema pratico e facile per sapere quando
l’olio è alla giusta temperatura per una buona frittura, anche senza avere
speciali termometri: mettetelo al fuoco con dentro un fiammifero. Quando lo
svedese si accenderà la temperatura sarà
perfetta per la frittura. Facile.
Torniamo a noi:
in un “wok” scaldate bene i 150 gr. d’olio d’oliva a
fuoco molto molto vivace, allegro, pieno di energia, versarvi il sedano
tagliato a grossi dadi, due minuti ed è giunta l’ora dall’amica cipolla pure
“dadolata”, altri due minuti ed a seguire le olive intere, i capperi, i pinoli
e l’uvetta. Come dicevo ripetete il tutto tre-quattro volte. Riunite le varie
cotture, scolate dall’olio in eccesso ed aggiungete il concentrato di pomodoro
ed il basilico, l’aceto e lo zucchero. Dopo un minuto incorporarvi la malanzane fritte, aggiustare
di sale e pepe, pronto, huff... huff...
tutto un sacco rapido...
Finalmente riposatevi e lasciate raffreddare la caponata
prima di servirla.
Deve risultare croccante (escluse le melanzane, che con
loro non c’è verso) e non acquosa.